Intelligenza Artificiale: Esploriamo il futuro

Nell’accogliente sala della Biblioteca Antoniana di Ischia, il 10 aprile 2024 si è tenuto il primo convegno dedicato all’intelligenza artificiale con relatori Giovanni Di Meglio, Antonello De Rosa e Pietro “Cenzino” Di Meglio.

Perché per un associazione di promozione sociale parlare di Intelligenza Artificiale? A questo ci risponde Giovanni Di Meglio, consulente digitale.

Da quando ChatGPT è stato lanciato al grande pubblico, si è parlato di tutto: dalla visione futuristica di un mondo migliore all’apocalisse delle macchine. Quest’ultima visione, in particolare, ha preso una grande parte nell’immaginario collettivo.

L’intelligenza artificiale (IA) non è più un argomento relegato ai soli tecnofili. Oggi riguarda anche coloro che sono lontani dalla tecnologia, soprattutto gli “umanisti”. La recente redazione della prima legge quadro sull’IA da parte dell’Unione Europea e i piani del governo italiano per fare altrettanto dimostrano quanto sia rilevante questo tema.

Nonostante la nostra conoscenza con ChatGPT abbia poco più di un anno, il suo impatto è notevole. Se avessero chiamato questo modello “Conversatore Generativo Pre-Addestrato”, forse non saremmo qui a temere un’intelligenza che possa decidere al posto nostro.

La percezione dell’intelligenza artificiale è influenzata da come ci viene presentata, sia attraverso la letteratura che il cinema. Fino agli anni ’70, l’IA era vista come un’amica che condivideva le nostre avventure fantastiche, sempre fedele al comandamento di proteggere gli umani.

In seguito il grande cinema catastrofico degli anni ’80 e ’90 hanno dato all’intelligenza artificiale un aspetto negativo e predominante sull’umanità.

Ma come ragiona la IA?

L’uomo è dotato di una mente capace di ragionamenti deduttivi: questo significa che può formulare nuove ipotesi, pensare a soluzioni alternative e uscire dagli schemi. Mentre l’intelligenza artificiale, tramite gli algoritmi di apprendimento, pur essendo costruiti su variabili matematiche che possono eseguire calcoli complessi in tempi brevi, non hanno la capacità di porre domande o fare ipotesi sul risultato dei calcoli stessi. In altre parole, l’intelligenza umana ha la capacità di immaginare nuovi scenari, invece l’intelligenza artificiale opera nel limiti imposti dalla propria programmazione.

Infatti i settori dove viene più utilizzata sono:

  • Case intelligenti;
  • Trasporti;
  • Medicina;
  • Assistenti vocali.

Come è nata l’IA?

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la necessità di decriptare i codici segreti utilizzati dai nazisti portò il matematico londinese Alan Turing a sviluppare un metodo di calcolo e una macchina in grado di affrontare questa sfida. Il suo lavoro fu cruciale per la sconfitta della Germania nazista. Questo episodio segnò un punto di svolta nello sviluppo dell’informatica e gettò le basi per l’intelligenza artificiale (IA).

Nel 1958, già dopo Turing, venne perfezionato il primo algoritmo che consentiva l’analisi di dati provenienti da diverse categorie. Tuttavia, ci vollero altri 20 anni affinché questi algoritmi si evolvessero attraverso il machine learning, dando vita alle reti neurali. Dagli anni ’90 in poi, l’IA ha continuato a progredire, aprendo nuove prospettive e portando la tecnologia a livelli mai visti dalla conoscenza umana.

Mentre abbiamo osservato che il perfezionamento delle reti neurali ha richiesto quasi trent’anni, nei trent’anni successivi si sono compiuti enormi progressi nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Questo notevole avanzamento è attribuibile principalmente alla crescente potenza di calcolo dei nuovi processori, sviluppati a partire dagli anni ’90. Inizialmente, la capacità di calcolo si aggirava attorno a alcuni milioni di operazioni al secondo, ma ora siamo arrivati a oltre mille miliardi di operazioni al secondo. Connettività e archiviazione digitale hanno svolto un ruolo altrettanto cruciale grazie anch’esse allo sviluppo tecnologico.

Opportunità e rischi dell’intelligenza artificiale

L’Intelligenza Artificiale offre una serie di vantaggi concreti che stanno ridefinendo il modo in cui le organizzazioni operano e interagiscono con il mondo digitale. Vediamo nel dettaglio alcuni di questi vantaggi:

  1. Riduzione dei Costi: Spesso si associa la riduzione dei costi al personale, ma questa visione è limitata. Immaginate, invece, di addestrare il personale con l’IA o di introdurre nuove figure professionali legate all’IA. Questo può portare a un risparmio significativo sulle ore di formazione e migliorare l’efficienza complessiva.
  2. Efficienza: L’IA è in grado di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale. Ciò consente di automatizzare processi ripetitivi e complessi, liberando risorse umane per attività di maggior valore intellettuale. L’automazione non solo accelera le operazioni quotidiane, ma permette anche di raggiungere livelli di precisione difficilmente ottenibili manualmente.
  3. Innovazione: L’IA apre nuove strade e possibilità. La capacità di esplorare nuove soluzioni in minor tempo e con risultati concreti favorisce l’innovazione. Questo può portare a scoperte rivoluzionarie in settori come la medicina, la ricerca scientifica e lo sviluppo di nuovi prodotti.

Tuttavia, gli svantaggi non vanno trascurati:

  1. Aggiornamento delle Competenze: Le vecchie figure professionali dovranno aggiornarsi per rimanere al passo con i tempi. L’IA richiede una comprensione approfondita e la capacità di adattarsi ai cambiamenti tecnologici.
  2. Rischio per la Privacy: L’elaborazione di grandi quantità di dati può mettere a rischio la privacy individuale. È importante gestire in modo responsabile le informazioni sensibili e garantire la sicurezza dei dati.
  3. Discriminazione: Durante l’addestramento dell’IA non è escluso che possa ereditare pregiudizi e disuguaglianze. Inoltre può creare un divario tra chi la usa e chi no.

Un altro aspetto che bisogna tenere in considerazione è Impatto Ambientale: I grandi data center che supportano l’IA consumano energia elettrica e acqua dolce per il raffreddamento. Tuttavia, si spera che l’IA possa anche contribuire a trovare soluzioni per ridurre efficacemente le emissioni di gas serra nei prossimi anni.

L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul mondo del lavoro è in continua crescita.

Nei prossimi 10 anni, si prevede che l’IA possa affiancare ben 3,8 milioni di lavoratori. Questo significa che l’automazione e l’integrazione dell’IA nei processi aziendali avranno un ruolo significativo nella trasformazione delle attività lavorative.

Secondo una ricerca condotta dal Politecnico di Milano6 grandi imprese su 10 hanno già avviato progetti legati all’IA. Questo dimostra l’interesse e l’adozione crescente di queste tecnologie nel mondo aziendale. Tuttavia, è importante considerare quali tipi di progetti stiano sviluppando e come l’IA possa migliorare le loro operazioni.

Analizzando gli investimenti nel nostro Paese, emerge che la maggior parte di essi riguarda soluzioni di analisi e interpretazione testi. Questi strumenti sono utilizzati per la ricerca semantica, la classificazione, la sintesi e la spiegazione di documenti. Inoltre, sempre più aziende stanno sperimentando agenti conversazionali tradizionali, che consentono di automatizzare le interazioni con i clienti e migliorare l’efficienza dei servizi.

Narrare il futuro

Antonello De Rosa ci racconta come sta cambiando il suo lavoro di giornalismo grazie all’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il giornalismo e la produzione multimediale, offrendo una serie di vantaggi significativi. Vediamo come si intreccia con queste attività:

  1. Assistenza agli Editori: L’IA supporta gli editori nella cura dei contenuti. Attraverso algoritmi avanzati, è possibile analizzare grandi quantità di dati e suggerire argomenti, fonti o approfondimenti per gli articoli.
  2. Miglioramento della Qualità Multimediale: L’IA contribuisce a migliorare la qualità delle foto e dei video. Algoritmi di elaborazione delle immagini possono correggere automaticamente l’esposizione, la nitidezza e altri aspetti visivi, garantendo risultati professionali.
  3. Accelerazione dei Flussi di Lavoro: L’automazione basata su IA semplifica le operazioni quotidiane nelle redazioni. Ad esempio, l’elaborazione automatica delle immagini o la generazione di anteprime per i video velocizzano i processi di produzione.
  4. Narrazione più Ricca e Variegata: Grazie all’IA, è possibile esplorare nuove modalità di narrazione. Ad esempio, gli algoritmi possono creare storie interattive, visualizzazioni dinamiche o esperienze multimediali coinvolgenti.

Applicazioni di IA come ChatGPT, Sora, Midjourney e Adobe Sensei sono ormai di uso quotidiano per chi racconta il presente. Ed è proprio su ChatGTP che il giornalista ischitano si sofferma, per spiegarne l’uso e mostrare quali sono le sue potenzialità ma anche i suoi limiti.

Possiamo chiedere a ChatGPT di scrivere un articolo?

Sì, basta creare un prompt (spunto) anche molto semplice tipo “scrivimi un articolo sulle bellezze dell’isola di Ischia, adatto a una rivista di viaggi” è l’app parte a scrivere il testo. Come ci riesce?

  1. Addestramento dati: L’IA viene addestrata su enormi quantità di testo proveniente da libri, articoli, pagine web e altro ancora. Questo processo consente all’IA di apprendere pattern linguisticistrutture grammaticali e stili di scrittura.
  2. Comprensione del Prompt: Quando gli viene fornito un prompt (spunto), l’IA analizza il testo per comprendere l’argomento, lo stile richiesto e le parole chiave. Questo passaggio è cruciale per strutturare l’articolo in modo coerente.
  3. Generazione del Testo: L’IA genera il testo parola per parola, utilizzando modelli avanzati come GPT (Generative Pre-trained Transformer). Questi modelli sono stati allenati su una vasta gamma di testi e sono in grado di produrre contenuti coerenti e ben scritti.

Grazie a questa soluzione un articolo di 3000 battute può essere generato in circa 30 secondi, lavoro che richiederebbe ad un giornalista veterano dai 10 ai 30 minuti, senza considerare la ricerca delle fonti.

Limiti della IA

Stando a quanto abbiamo visto, potrebbe sembrare che il lavoro del giornalista è in via di estinzione. Niente di più lontano dalla realtà.

  • L’IA non comprende il testo profondo: può non comprendere appieno il contesto o il significato più profondo di certi argomenti, specialmente quelli che richiedono una conoscenza specialistica o un’analisi sottile.
  • Creatività e originalità: mentre l’IA può generare testi nuovi e persino creativi fino a un certo punto, la sua “creatività” è limitata da ciò che ha “visto” durante l’addestramento. Questo un giornalista lo fa naturalmente.
  • Empatia e connessione emotiva: Gli articoli che toccano tematiche delicate o che cercano di stabilire una connessione emotiva con il lettore possono non beneficiare dell’approccio algoritmico.
  • Affidabilità e accuratezza: Data la sua dipendenza dai dati di addestramento, l’IA potrebbe generare informazioni inaccurate o fuorvianti, specialmente se il dataset contiene errori o è datato.
  • Etica e Bias: I testi generati dall’IA possono involontariamente perpetuare bias o stereotipi presenti nei dati di addestramento.
  • Intuizioni umane: La capacità di un autore umano di inserire intuizioni personali, esperienze vissute e una prospettiva unica in un articolo è qualcosa che l’IA non possiede.

In definitiva l’IA può scrivere articoli su argomenti come report finanziari, previsioni meteorologiche, o eventi sportivi, analizzando dati e trasformandoli in narrazioni comprensibili. Questo libera i giornalisti da compiti ripetitivi, permettendo loro di concentrarsi su reportage investigativi e analisi approfondite.

L’automazione attraverso l’IA è progettata per complementare il lavoro dei giornalisti, non per sostituirlo. Gli algoritmi possono gestire compiti ripetitivi e analisi di grandi volumi di dati, liberando i giornalisti per compiti che richiedono empatia, giudizio critico e creatività.

Difatti a parola INTELLIGENZA è attualmente usata decisamente a sproposito.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella fotografia

Come già anticipato prima, anche gli applicativi di grafica e fotoritocco hanno inglobato elementi di intelligenza artificiale al punto tale da permettere all’utente di generare delle immagini partendo dalla semplice descrizione testuale.

L’esempio più stupefacente viene dal ritratto di Vittoria Colonna esposto proprio alla Biblioteca Antoniana, che diventa un quadro che ritrae la stessa in tutta la sua figura in un contesto decisamente più moderno come una discoteca.

Antonello ci mostra come è facile con queste applicazioni creare immagini veritiere, ironiche, sarcastiche, ma anche profondamente false e difficili da riconoscere come tali all’occhio inesperto. Ci mostra infatti, numerose immagini in cui personaggi famosi vengono ritratti in contesti del tutto immaginari, ma con una tale definizione da apparire perfettamente reali.

Come difendersi: Educazione e consapevolezza

Conoscere l’esistenza dei deep fake e comprendere come vengono creati può aiutarti a sviluppare un senso critico nei confronti dei contenuti che consumi. Informarsi sulle tecniche usate per generare deep fake permetterà di riconoscerne meglio le caratteristiche.

Prima di credere o condividere informazioni ottenute online, è essenziale verificare la fonte. Cercare sempre conferme da fonti affidabili e ufficiali prima di trarre conclusioni o diffondere contenuti.

Proteggere le proprie informazioni personali e limitare la condivisione online di foto o video che potrebbero essere utilizzati per creare deep fake a propria immagine. Più materiale c’è disponibile, più facile è per qualcuno utilizzarlo in modo improprio.

È importante sostenere iniziative legali e politiche che mirano a contrastare la diffusione dei deep fake per stimolare la creazione di un ambiente online più sicuro. Ciò include la promozione di regolamenti che responsabilizzano gli autori di deep fake dannosi.

La potenza dell’IA nel settore dell’Audio

Il convegno termina con l’intervento di Pietro “Cenzino” Di Meglio, che dimostra tutta la potenza dell’intelligenza artificiale nel settore in cui opera: il podcasting.

Oltre a descrivere le opportunità di utilizzo dell’IA nel narrare storie o creare contenuti per la diffusione di audio sulle piattaforme web più diffuse, Pietro ci descrive come questa opportunità può essere messa in pratica nel settore del turismo tramite un’applicazione come Loquis.

Essa permette il racconto di un luogo o attrazione e di renderlo disponibile a tutti quelli che vengono geolocalizzati nei dintorni. Un servizio che rende l’esperienza della visita molto più coinvolgente.

La sua produzione che gentilmente mette a disposizione è racchiusa nell’audio che si può ascoltare di seguito:

Discorso sull’Intelligenza Artificiale

di Pietro “Cenzino” Di Meglio

Conclusioni

Il convegno si chiude con un dibattito che sfocia nei diversi aspetti etici e politici di questo formidabile strumento. Ma questo sarà oggetto di un futuro appuntamento.